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Un brano divertente, ironico e musicalmente immediato che rende simpaticamente omaggio al culto della bicicletta

In primavera più che d’inverno - ma per molti è una 4 stagioni - la bicicletta è uno stile di vita. Sicuramente lo è per Paolo Serazzi, che ha scritto e dedicato proprio alle due ruote una canzone che una volta sentita, non si scorda più. Una passione condivisa da molti, ma che in Italia potrebbe ancora crescere in modo esponenziale, con benefici per tutti. Proprio per promuovere un cambio di mentalità, cominciando magari dalle generazioni più giovani, Serazzi pensa ad un messaggio per tutti.

“In bicicletta” è nata di getto e Paolo Serazzi l’ha realizzata interamente da solo nel suo studio, suonando tutti gli strumenti, eccezion fatta per i fiati, suonati dal trombettista cubano Xanier Isusi. I cori e le voci spiritose che si affacciano qua e là sono del bravissimo Michele Di Mauro, attore con cui Serazzi collabora spesso in teatro.

«Questa canzone fa parte del mio stile, mi descrive perfettamente. In tutta la mia musica c’è sempre una buona dose di ironia e un atteggiamento giocoso, fanciullesco. E’ così nel mio album Skin del 2012. Ancor di più, nelle canzoni dell’album “À la carte” del 2014 vi canto storie di dinamite, arrembaggi lunari, carillons, orde barbariche, calciatori arredatori, dormiglioni felici… non solo i testi, ma anche la musica e gli arrangiamenti sono spesso ironici e scherzosi: è il mio carattere». Paolo Serazzi

BIO

Teatro, cinema, ma soprattutto concerti dal vivo: Paolo Serazzi è un uomo di spettacolo, perfettamente a suo agio sia sui grandi palchi, sia nell’atmosfera raccolta dei piccoli club, da solo o in gruppo. Come con “La Cucina”, la band che lo accompagna nell’album “Á la carte” (2014) e nei concerti dal vivo che seguono l’uscita dell’album. Nel CD apprezziamo sia la sua vena di autore degli originalissimi testi, sia quella di compositore delle musiche.

Nell’album SKIN (2012) sfoggia il suo talento di raffinato arrangiatore e si diverte a rileggere in modo imprevedibile alcune pietre miliari del rock (dai Doors ai Police, da Jimi Hendrix a Elvis...). Memorabile la sua sognante versione bossa nova di “My Sharona”, uscita come singolo e trasmessa da Radio Rai e Montecarlo. Con la sua “Serazzi Pocket Orchestra” conquista per il suo irresistibile stile di entertainer, ed è molto richiesto in tutta Italia (e non solo) anche per eventi e feste private.

Ha composto e suonato dal vivo le musiche di numerosi spettacoli teatrali, a fianco di attori come il già citato Michele Di Mauro, Lucilla Giagnoni, Massimo Giovara, Alessandro Genovesi e molti altri.

Come produttore Serazzi ha composto, arrangiato e prodotto le canzoni di Finally (Prestige-Elite, London, 2006), primo cd della cantante inglese Patricia Lowe.

Come compositore invece è da evidenziare il suo lavoro in RAI per trasmissioni per ragazzi, in particolare La Melevisione.

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SITO: http://www.paoloserazzi.it
FACEBOOK: https://www.facebook.com/Paolo-Serazzi-Artista-50013402748/?fref=ts


Un disco sull'individualismo che chiude ognuno in tanti mondi personali, mondi autoreferenziali e vissuti da identità plurime che nell'incontro si scoprono "Alieni" con difficoltà di comunicazione, relazione e interazione.

Il disco Alieni è la terza tappa del percorso personale e artistico di Geddo dopo "Fuori dal comune" e "Non sono mai stato qui". Mentre il primo lavoro descriveva la coordinate personali e intime dell'autore e il secondo usciva dal personaggio per cercarne gli alter ego e le parti oscure, grottesche e irrisolte, con "Alieni" invece i protagonisti diventano gli "altri". Il formalismo e l'ipocrisia non migliorano la situazione ma il tratto leggero e coinvolgente dell'autore permette di affrontare il problema nella luce e nella condivisione. Ci sono personaggi irrisolti, ragazze senza dubbi, coppie di persone sole, ispettori liguri, malinconie natalizie, robot innamorati, mondi incompresi come quello degli adolescenti e mondi abbandonati come quello degli anziani. Le soluzioni dell'autore sono sempre il viaggio, la condivisione, la lucidità e il sentimento.

BIO

Geddo, autore, sobillatore culturale, organizzatore, cantante e scrittore impegnato da anni nella west coast ligure in importanti iniziative come il Festival “Su la testa”, arriva al terzo disco dopo "Fuori dal comune" ( 2010 ) e "Non sono mai stato qui" (2013). Il terzo disco "Alieni" è una raccolta di canzoni sulla solitudine, l'individualismo, il viaggio, il disincanto e la comunicazione pieno di personaggi caratteristici e interessanti.

Geddo, dopo anni di esperienze musicali sotteranee, contestualmente alle pubblicazioni discografiche ha intrapreso una vivace attività live che ormai può dirsi di livello nazionale avendo toccato diverse parti d'Italia dalla Val d'Aosta alla Puglia.

Le sue canzoni sono state scelte come colonna sonora della commedia "Tante belle cose" de "I sani da legare"; per la stessa compagnia ha scritto la canzone "Chloè" in occasione della messa in scena della commedia "Più vera del vero".

In particolare ha partecipato a Collisioni, Astimusica, Sognautori, La Fionda di Legno, Premio Donida, Ottobre De Andrè, Orco Folk Festival, Canta come Mangi, Mani Festival, Rassegna di canzone d'autore al Sipario strappato di Arenzano, Una canzone per Genova, Rassegna internazionale di teatro di Giovinazzo, Folk studio, Varigotti Festival, Imperia music festival...

Oltre 60 date all'anno tra piccoli locali e grandi rassegne con una band eclettica ed elastica che si adatta ai vari contesti live e ad ogni situazione.

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Siamo una barzelletta. Ma non la sappiamo nemmeno raccontare. Non facciamo nemmeno (più) ridere.

Io non lo capisco questo accanimento dei social contra Chi non è andato a votare. Soprattutto perché mi sembra tanto derivi da altro. Mi arriva come uno sfogo di rabbia pregressa, accumulata chissà come (depressione lavorativa? insoddisfazione? solitudine?...). E, cosa ben più grave, la trovo totalmente priva di coerenza.

C'è Qualcuno di noi che non ha accettato di farsi prendere per il culo più e più volte negli ultimi decenni?
Esempio pratico: il carburante. Il/la diesel costava metà della super. Poi quando è iniziata la produzione di auto che vanno a diesel, il prezzo della stessa è pressoché raddoppiato.
"Tanto ormai ti sei comprato la macchina a diesel. Vuoi circolare? Paga e taci".
Una farsa colossale. Qualcuno di noi ha forse smesso di fare rifornimento? Cosa abbiamo fatto CONCRETAMENTE per ribellarci a questa messa in scena lampantemente disonesta? Abbiamo forse smesso di fare benzina/diesel? Mi pare di no. Abbiamo tutti accettato la situazione, ci siamo fatti (e ci facciamo) sopraffare e andiamo avanti. E tanti sono gli esempi di aumenti imposti e "giustificati", come necessari a cui sottostiamo. Magari dentro ci rode, ma come si fa a pensare che un'infinita scia di lamentosi e ridondanti post e tweet possa cambiare le cose? O, addirittura, cambiare le persone?!

Il punto è questo: stiamo ancora troppo bene.
Abbiamo iniziato ad intuire che le cose non vadano proprio benissimo, a percepire che il declino avanzi e che la dignità di BelPaese sia andata a farsi fottere, ma viviamo la situazione più di riflesso, attraverso le notizie ed i "drammi degli altri" compatendoci e consolandoci voyeuristicamente con TG, Quarto Grado, Quinto Colonna, Sesto Senso... e fino a quando non verremo toccati sul vivo, personalmente dalla tragedia del degrado, non avremo davvero la forza di reagire. Anche se agire sarebbe meglio di re-agire, come prevenire è meglio che curare.

Quindi nel 'cum-piangere' le disgrazie degli Altri invece siamo magistrali. Ma poi?
Siamo talmente estranei a noi stessi ed estremamente critici verso gli Altri da non vedere che il nostro orticello di marmo potrà sgretolarsi da un momento all'altro. "Fino a quando si ammazzano tra di loro...
Attenzione, questa volta la do io una notizia: il cerchio si sta re-stringendo, sempre di più. E non parlo di terrorismo islamico. Parlo di terrorismo mediatico. Parlo dell'"autoterrorismo" a cui ci sottoponiamo attraverso l'isolamento. Di quando ci sentiamo apposto con la nostra coscienza perché siamo andati a votare e perché ci riteniamo migliori di quelli che non l'hanno fatto.

Parlo della nostra incapacità di esercitare davvero il nostro diritto di voto, che non può esprimersi esclusivamente andando a mettere una crocetta su di un foglio, ma deve essere costruito giorno dopo giorno, attraverso la sensibilizzazione alla realtà di noi stessi prima di tutto, perché poi questa energia si auto-alimenta e si diffonde e coinvolge le persone vicine a noi e allora davvero avremo trovato "fonti di energia alternative e rinnovabili" e ci rideremo sopra, perché scopriremo che quella risorsa non andava cercata chissà dove trivellando il sottosuolo o i fondali marini, ma, semplicemente, scavando dentro noi stessi

Immagina di essere un Puntino di luce, che in questo momento é spento e sperduto in un campo fangoso e pieno di erbacce alte. Senti l'acqua che scorre. C'è un fiume vicino a te, al di là del quale ci sono campi fertili e fioriti, ma non sai come oltrepassarlo, perché vaghi nell'oscurità. Tu non puoi accenderti da solo, ma con un sorriso, una carezza, un gesto gentile, puoi accendere gli altri Puntini luce vicino a te. E ogni Puntino può accenderne a sua volta un altro e poi un altro e un altro ancora, fino ad illuminare Te, fino a quando non si sarà creato un lungo fascio di luce, fino a quando si formerà un ponte umano luminoso che ci indicherà la strada per uscire dalla palude e permetterà a Tutti di mettersi in salvo...! ACCENDIAMOCI!

di IGOR NOGAROTTO, Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.
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Capita così, una sera, in un locale, davanti ad una birra, riflettendo con uno "Specchio" (in carne ed ossa), che le tue intuizioni prendano forma, perché davanti a te si materializza Chi conferma le tue tesi, perché ne è la testimonianza vivente e rafforza la tua idea di non essere un alieno che si è perso sulla Terra...

Fin da piccoli veniamo obbligati a scegliere: "pasta o carne", "mare o montagna", "bianco o nero", "Batman o Superman"... ci viene inculcata la necessità di 'prendere posizione', perché solo così si può essere credibili come persone che sanno esattamente quello che vogliono, come individui con personalità

Ma in realtà c'è bisogno di questa continua categorizzazione, di dare a tutto un nome, un numero, un voto... perché siamo sempre più insicuri, inghiottiti dal marasma della confusione valoriale, vittime del terrore, bisognosi di 'agganciarci' a qualcosa e/o qualcuno

E "il Sistema" fa leva sulle nostre debolezze e fa di tutto per renderci sempre più instabili, perché deve poterci controllare, per poter così disporre di noi, per poi venderci le sue ideologie prima ed i suoi prodotti poi

Anche i questionari di lavoro, quelli per la leva militare, i sondaggi... non prevedono elasticità e relativismo: "SI'" o "NO"! "Per sempre!". Punto

E oggi se incrociamo Qualcuno che ci risponde "DIPENDE", lo guardiamo in malo modo, perché ci destabilizza: "questo è un indeciso, non ha le idee chiare, non sa quello che vuole... è INAFFIDABILE"

Contravvenendo anche alle linee guida di Machiavelli quando asserisce che "ci si deve sempre schierare", sostengo che la vera CONSAPEVOLEZZA risieda al contrario nel non avere legami rigidi ed assoluti nei confronti della propria Weltanschauung: flessibilità: questo per me significa concretamente avere personalità

Ciò non significa che non ci siano mai situazioni in cui occorra decidere con risolutezza: non mi riferisco all'azione o alla re-azione: sto parlando di 'come' si arrivi a re-agire

Ciò non significa non avere ideali, non essere legati ai propri valori ed alle proprie origini, né tantomeno non avere princìpi: parlo semplicemente di un approccio non integralista verso le cose, che prevede la possibilità di scelta a seconda della situazione, che mette in campo il buon senso e la capacità di essere sempre e comunque se stessi, ma contemplando contemporaneamente lucidità e passione, profondità e leggerezza, progressismo radicato, senza lasciarsi influenzare dai prototipi, dalla necessità di canalizzare per forza in una data direzione le nostre sensazioni, senza l'illusione che per "essere qualcuno" ci si debba 'affidare' ai 2 sistemi più integralisti e vessatori delle nostre coscienze, costruiti ad hoc per pilotarci, per darci l'illusione di non poterci mai sentire deboli e soli: la religione e l'amore

E non mi sto riferendo a sentimenti e spiritualità: in quelli CI CREDO!

Sto parlando di essenza, della possibilità di scrollarci di dosso le etichette che ci influenzano per tutta la vita (genitori, insegnanti, preti...); di scegliere davvero, prendendo tutto il buono che ci offrono gli Altri ma senza restarne abbarbicati; di sentirci partecipi di noi stessi; di volere accanto a noi una persona non per la paura di sentirsi soli, ma per completarci; di avere fede non per paura della morte o per giustificare una perdita, ma per guardare al futuro con più ottimismo; di non accontentarci; di essere pacifici rivoluzionari alla ricerca della propria PERSONALE formula (magica o matematica che sia), del proprio Ossimoro Esistenziale

Ed il mio Ossimoro per antonomasia (che contrasta il secolare e monolitico concept "bella o intelligente") che è simultaneamente la mia formula magica e matematica è: "la bellezza del cervello e l'intelligenza del corpo". 
E sapere che esista mi dà soddisfazione e speranza

di IGOR NOGAROTTO Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.
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